LA RIGENERAZIONE DEL PATRIMONIO COSTRUITO
L’immissione sul mercato di una offerta di nuove costruzioni avvenuta soprattutto negli ultimi decenni, fortemente sproporzionata rispetto alla effettiva domanda, ha causato la denominata “crisi del mattone”, legata alla consistente e duratura recessione economica a livello globale e che non cessa di interessare pesantemente gli equilibri fra redditi nazionali, livelli occupazionali e prezzi di mercato.
A risentirne maggiormente della situazione sono evidentemente le fasce più deboli per le quali la casa è una necessità, dai single alle giovani coppie che, non potendo contare sulla liquidità necessaria all’acquisto di una abitazione, devono attivare un mutuo, concesso dalle banche con molto rigore e prudenza. Le prospettive non sono certo incoraggianti, visti l’aumento dei tassi di interesse, le difficoltà di accesso al credito, i prezzi che rimangono inaccessibili congelando il mercato immobiliare.
La messa in sicurezza degli edifici diviene obbiettivo prioritario, da attuarsi attraverso un complesso di strutture, regole e strategie che presiedono alla governance del settore, oltre che un dialogo sempre più stretto tra Architettura e Ingegneria strutturale, al fine di trasmettere i valori e la storia che li connotano, in un connubio indissolubile.
Questa non può essere intesa semplicemente come sinonimo di emergenza, piuttosto come impellente bisogno di pianificazione e rilancio di rigenerazione, prevenzione sismica, sicurezza idrogeologica del territorio, che pongano come nocciolo della questione la qualità e la sostenibilità ambientale del fare architettura.
Necessita quindi una radicale trasformazione del paradigma progettuale e costruttivo, riformato e riorganizzato sulla base di risorse adeguate e procedure più snelle e semplificate.
Il mercato moderno già da parecchi anni concorre in maniera incoraggiante e particolarmente importante, tramite il complesso degli incentivi fiscali dedicati alla ristrutturazione, all’efficientamento energetico, alla messa in sicurezza strutturale e sismica delle costruzioni, comprendendo tra queste gli immobili relativamente recenti, in quanto le regole del consumismo rendono i beni prodotti rapidamente soggetti a rapida obsolescenza e degrado, senza prendere in considerazione la prassi diligente ed efficace del riutilizzo; concorrendo alla difficoltà di uscire dalla crisi immobiliare ed edilizia caratterizzata sempre più da una offerta sovrabbondante, da costruttori che non riescono ad alienare i troppi stabili edificati, da potenziali acquirenti che non riescono ad acquistarli viste e considerate le restrizioni creditizie penalizzanti e, dulcis in fundo, un enorme patrimonio di case vuote che rimangono in attesa di essere riqualificate e occupate.
Davide Ferrari, 22 gennaio 2019
Tag: crisi del mattone, crisi edilizia, crisi immobiliare, efficientamento energetico, incentivi fiscali, mercato immobiliare, messa in sicurezza, patrimonio costruito, pianificazione urbanistica, recessione economica, restauro, rigenerazione urbana, ristrutturazione, sostenibilità ambientale